Multinazionali eludono il fisco in Africa

Quaranta miliardi di dollari: è quanto ammonta l’evasione fiscale delle grandi multinazionali nei paesi africani. La notizia emerge da una conferenza tenutasi a Nairobi, in Kenya, l’11 e il 12 ottobre, dove gli stati si sono riuniti per coordinare le proprie misure contro l’evasione delle grandi società. Come afferma Tommaso Faccio, segretario generale della commissione indipendente per la riforma internazionale dell’imposta sulle società, Icrict: «le somme rappresentano enormi flussi finanziari che potrebbero essere impiegati per la costruzione di reti stradali, ospedali o migliorare il sistema scolastico». «Esiste un gap di conoscenze tra le amministrazioni, prive di competenze tecniche e le aziende che, attraverso il supporto di avvocati e specialisti, implementano strategie aggressive di evasione» commenta Ifueko Omoigui-Okauru, nigeriana esperta di fiscalità. Il transfer pricing riguarda il 60% del montante; le multinazionali, solitamente attive nell’industria petrolifera o mineraria, vendono le materie prime alle proprie collegate residenti in paesi a fiscalità privilegiata ad un prezzo contenuto. Per esempio, nel 2012, in Zambia, dove è presente una tassazione media del 20%, su un’estrazione di rame di circa 500 milioni di tonnellate, i benefici fiscali effettivi sono stati del 2%, riporta Logan Wort, segretario generale dell’Ataf, forum sull’amministrazione fiscale africana.

 

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